La notte scorsa ho sognato Lara. Stavamo abbracciati ed era bella, dolce e senza spine, benvenuta! Non fa nulla se mi svegli alle due di notte, mi fa piacere vederti…
Oggi ho suonato a Corfù, sotto la torre con l’orologio. Ho conosciuto Dan, di Vancouver (Canada) la sua destinazione finale è il Cairo, vuole vedere le piramidi. Parte tra poche ore ma si è preso un’oretta per suonare il suo mandolino insieme a me. Chi è in viaggio ha sempre cose da raccontare: c’è la signora che vende la frutta contornata da talmente tante vespe che sembra siano le sue galline tanto è tranquilla mentre entrano ed escono dalle pieghe dei suoi vestiti e da ogni barattolo o cassetta dove ci sia qualcosa dentro. C’è il poliziotto che ringrazia calorosamente perché decido di prendere una piccola pausa anziché abbassare il volume come lui mi aveva chiesto di fare per via dell’orario (qui la pausetta pomeridiana va dalle due e mezza alle cinque e mezza) al gatto che miagola con fare molto pretenzioso (ricorda Cecchi Paone quando non gli danno la parola) affinché io sia più solerte a condividere con lui il mio spiedino, o il meccanico che mi dice che lui non può tirarmi la cinta dell’alternatore, lui non fa questo genere di lavori, devo andare da un elettrauto insomma i viaggi sono un susseguirsi di incontri.
Questa sera sono a Paliocastriza in un enorme parcheggio tra due spiagge. Non è illuminato. Intorno non c’è nulla. Un po’ più in là un paio di taverne di cui sento la musica in lontananza. Alla mia destra in cima alla montagna credo sia un albergo con luci bianche e azzurre e sopra di me, beh… sopra un cielo enorme e stellato uh! Guarda quanto è stellato! Non ero più abituato a vederne cosi tante. Beh, mare, cielo, notte, stelle… tiro fuori l’amplificatore, la chitarra ed anche la sedia, mi metto spalle al camper (al centro del parcheggio) e davanti ho il mare e decido di dedicarla a te che hai voluto tornare nel mare e che mi hai detto che saresti tornata su una stella come il piccolo principe ed allora suono per te. Suono Ultimo autunno, suono la tua “Pioggia d’aprile”, suono Girotondo e mentre faccio Aria di primavera, nel cielo, proprio lì dove stavo guardando in quel momento un graffio di luce illumina la notte ed esplode come fanno i fuochi d’artificio… wow! Quelle che noi chiamiamo stelle cadenti. Mai vista così chiaramente e netta, sembrava essere proprio per me. Sei stata tu? Domani lo saprò: ho espresso un desiderio.
Un’altra delle cose straordinarie di questo viaggio, talmente straordinaria che quasi rientra nell’ordinarietà. Grazie.
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